TUTELA DEI MINORI NELL'USO DI
INTERNET
Assoprovider invia
il proprio contributo alla Camera dei
Deputati ed al Senato della Repubblica
sul tema "Internet e minori".
28 Aprile 2003 - www.assoprovider.it
Ecco in dettaglio la posizione di Assoprovider
sui disegni di legge n. 3122 e 3235.
Egregi Onorevoli e Senatori della
Repubblica,
il parlamento ha in discussione due
proposte di legge, la n. 3122 e la n.
3235, che hanno ambedue il merito di
voler tutelare la sicurezza dei minori
nell'uso di Internet; Assoprovider,
l'associazione che raggruppa il maggior
numero di Internet Service Provider
italiani vuole con la presente dare
il proprio contributo su questo tema,
da addetti ai lavori.
La Rete e' ormai per fortuna considerata
come una ricchezza dell'Umanita' da
utilizzare per migliorare la propria
condizione, per lavorare studiare, qualcosa
dunque di irrinunciabile. E' giusto
dunque che il minore adoperi Internet,
ed e' giusto che sia tutelato in tale
sua attivita'. Si nota altresi' che
il minore tipicamente ha una molto maggiore
dimestichezza con le nuove tecnologie
e dunque con il personal computer (PC),
rispetto all'adulto, sia esso genitore
o insegnante; il minore nasce in un
mondo in cui queste nuove tecnologie
sono naturali, mentre l'adulto deve
apprenderle, e questo comporta prima
di tutto la necessita' di una alfabetizzazione
dell'adulto che e' la prima misura per
una tutela vera del minore sotto la
sua responsabilita' nell'uso di Internet,
oltre che uno sviluppo culturale dell'adulto
stesso, che e' la vera condizione per
lo sviluppo della societa' dell'informazione
europea.
Nelle more che cio' avvenga, e' inopportuno
che si deresponsabilizzi l'adulto che
ha un PC connesso ad Internet (a casa
e a scuola) dal seguire il minore nel
suo uso, anche per evitare l'instaurarsi,
in una eta' di creazione della personalita',
di un rapporto a due minore-macchina
che com’e’ ben noto puo'
portare anche a gravi turbe della personalita'
in formazione. Il PC (connesso o meno
ad Internet) non puo' divenire una baby
sitter, com’e' avvenuto in passato
per la televisione.
Inoltre poiche' tutti noi sappiamo che
in Italia e' piu' facile vedere un minore
che aiuti i genitori ad installare sul
PC di casa un sofware che non viceversa,
qualunque meccanismo ideato per sostituirsi
al controllo dell'adulto (a casa e a
scuola) e' comunque aggirabile, piu'
o meno facilmente, dalla generazione
dei minori hi-tech e quindi qualsiasi
meccanismo di controllo non va di conseguenza
rivestito, a nostro avviso, di aspettative
miracolistiche.
Riteniamo che la migliore tutela dei
minori in rete sia data da un sistema
di prevenzione globale che deve comunque
prevedere:
- un accesso protetto e filtrato ad
internet;
- un aggiornamento
quotidiano della black list da parte
di associazioni di genitori, con possibilità
per i genitori di intervenirte sui contenuti
della lista stessa;
- un’assistenza ai minori on
line con help desk telefonici e telematici;
- una particolare tutela
della casella postale del minore da
spam e intrusioni, riservatezza dei
dati e proibizione ai provider di usare
per marketing la casella di posta dei
minori.
Da anni Assoprovider ha messo a disposizione
dei ragazzi italiani questo tipo di
tutela ed ha maturato un’esperienza
notevole con la collaborazione di Istituzioni
educative e Associazioni che operano
nel settore, quali ”DAVIDE.IT”
Siamo assolutamente contrari ad ogni
forma di profilazione del minore durante
la sua navigazione: e' molto pericolosa
una identificazione pubblica e planetaria
del minore che sarebbe così maggiormente
esposto in Rete alle attenzioni particolari
da parte di societa' di marketing e
ricerca di mercato, ma anche di male
intenzionati, pedofili compresi. Tale
metodo poi sarebbe inutile per la tutela
poichè valido solo per uno o
più paesi, ma non per la Rete
mondiale. Sia nel caso dei pedofili
che delle societa' che si occupano di
ricerche di mercato, si tratta di soggetti
che ben conoscono la tecnologie della
Rete, e sono perfettamente in grado
di utilizzare una cosi' ghiotta comunicazione
da parte del minore collegato, per iniziare
una interazione con lo stesso al fine
di perseguire i propri fini; ci troveremmo
con una tecnologia di presunta protezione
del minore, contenente l'informazione
preziosa 'sono un minore in rete'.
Ci sembra inoltre che
sia inutile stabilire con una Legge
valida per lo Stato italiano che i siti
vengano classificati in base ai contenuti,
sarebbe solo l’ennesimo tentativo
gia' fallito altrove (in USA si provo'
questa strada senza riuscire a perseguirla);
la catalogazione dei contenuti del sito
imposta da una legge italiana ad hoc,
non permetterebbe la catalogazione dei
siti illeciti stranieri (o trasferiti
dai pedofili italiani sui server Internet
oltre le frontiere nazionali), frontiere
che per il minore in Rete ovviamente
sono semplicissime da valicare; una
adozione di questo modello dovrebbe
dunque partire dall'adozione di leggi
con l'obbligo della catalogazione dei
siti in tutti i paesi della Terra in
contemporanea, cosa di cui ad oggi non
si ha notizia; fare qualcosa anche se
imposto per legge, solo in Italia, non
servirebbe assolutamente a nulla.
In attesa di un vostro riscontro, si
porgono distinti saluti.
Matteo Fici - Presidente
di Assoprovider
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